Giorni di cacca e di pupù…

…quelli trascorsi in ospedale.
Atroci i primi viaggi in bagno, lumachina gobbetta aggrappata all’asta della flebo: la cicatrice del cesareo ululava, la figa peggio che peggio, dolorosissimo dolorosissimo. C’è scappato il pianto di disperazione finché ero chiusa in bagno mentre le compagne di stanza in dimissione, allegre e disinvolte, preparavano la roba per tornarsene a casa coi loro pupattoli. A quel punto ho chiesto analgesico e ho scoperto una nuova droga: Toradol, Toradol, porta via ogni dolòr – meglio della polverina magica di Pollon. Ora di sera ero leggera e ciarliera che intrattenevo i visitatori.
Causa dolori di cicatrice toccava allattare a letto, in posizioni scomodissime ed assurde coi duemila teletti che mano mano slittavano a valle e si ingrumavano sotto al culo, la schiena a pezzi le spalle sbilenche, il bambino che sopportava – per fortuna a lui bastava stare attaccato alla tetta, poi con la posizione si arrangiava. Conseguenza: la mattina della dimissione ore 6:00, reggendo il pupo al seno con un braccio e cercando di raggiungere un cracker con l’altro, mi son sub-lussata la spalla. Per fortuna la compagna di stanza è accorsa a prendere il pupo, io mi son stesa e mi son rimessa la spalla in sede (vecchio problema), è arrivata un’infermiera e vai ancora di Toradol – panacea contro ogni male. Pupo piangente, io non più in grado di allattare, una puericultrice splendida splendente si porta via il bambino e mezz’ora dopo mi esporrà superiore:”Non aveva mica fame, portato al Nido si è addormentato subito, a volte piangono non per fame ma perché sentono il nervosismo della mamma”, come a dire, “Coglionazza è colpa tua se il pupo è poco sereno” – surreale, ne deduco che la tipa non sapesse cos’è una lussazione.
Non commento poi il fatto che al Nido facciano serenamente addormentare i bambini ficcando loro un ciuccio in bocca, diceria da me poi testimoniata quando ore più tardi sono andata a prendere il bambino per prepararlo alla dimissione: c’era un ciuccio in culla e la puericultrice di turno non è stata abbastanza lesta nel nasconderlo.
Comunque, altro pianto a dirotto in bagno causa menomazione alla spalla e momentanea incapacità allattamento, consolazione da parte della compagna di stanza anche lei coi suoi problemi, alle prese con bambino incapace di attaccarsi al seno. La brillante puericultrice di cui sopra si offre di aiutare me menomata con cuscino da allattamento a ciambella: ma allora li avevano!!!!, perché li tengono nascosti? Se ne avessi avuto uno da subito, forse avrei allattato in posizioni più umane e la mia spalla non sarebbe uscita.
Bizzarra infine la gestione dei pasti: cena alle 18:oo e colazione (poverella) alle 8:00. Nel frattempo tu sei là che allatti, hai una fame rospa, meglio avere qualche scorta privata altrimenti col cavolo che recuperi le forze dal parto e puoi star dietro alla montata lattea.
Note positive: una pediatra giovane, bravissima ed affettuosa che alla dimissione ci ha spiegato un po’ di cose importanti; un’infermiera tedesca molto attenta alle degenti; le chiacchiere fra donne durante le attese lungo i corridoi – e non sempre c’erano sedie per tutte…
Meglio tornare a casa!!!