Giorno 1: ecco, ora io prode papà porto la moglie a casa ed aiuto. Cioé, faccio il papà, indispensabili i papà, no? Si si, la casa è a posto – fortuna che mia mamma mi ha dato una mano – ed io sono pronto per fare il papà. Si, il papà, bello, papà. Io, papà.
Giorno 2: bizzarro bambino, è sempre addosso alla mamma. Ci sono anche io, ma preferisce la mamma – eh beh vuol mangiare, la mamma ha le tette ed effettivamente io no. Allora io posso, posso… fare il papà, ecco. Si si, faccio il papà, quindi guardo la mamma che gli dà da mangiare. Ogni tanto la mamma mi indica anche qualche mestiere da fare in casa; eseguo, ma l’importante è restar concentrati nel fare il papà – son qua, son qua.
Giorno 3: eccomi. Papà, sono io. Ma il pupo non è che mi cerchi tanto, vuole tetta. Io non ho le tette. Pazienza, è tanto carino quando dorme… Ma a me sembra che mangi sempre, di notte mi alzo assieme a mia moglie, magari posso dare una mano chissà; lei tenta di ricacciarmi a letto a dormire, dice che non c’è bisogno di patire in due, ma io non mollo, cavolo sono il papà ci devo essere anch’io, forse è gelosa e per questo non mi vuole attorno.
Giorno 5: non ho le tette, al pupo non interesso, son depresso. Noi papà non serviamo a niente, posso solo stare a guardare il lavoro della mamma. Che vita del cazzo fare il papà.