La ragione dell’elettricista

Quel lunedi Andrea, l’elettricista, passa nel primo pomeriggio per montare l’ultima ventola a soffitto nella nostra calda casa. Nel frattempo il pupo vuole sempre tetta, e stavolta piangiotta. Andrea che è amico di famiglia e ha un figlio piccolo si permette un commento:”Guarda che mi ricorda tanto Giovanni, anche lui ha avuto un periodo così poi abbiamo scoperto che aveva fame”. Ma dai, penso io, figurati sarà il caldo, il nostro tesoro è bello come il sole come può avere fame?
Il giorno seguente pesiamo il piccolo: rispetto alla pesata precedente – tre giorni! – non è aumentato neanche di un grammo. Sprofondo, mi attacco al telefono mentre allatto, piango a dirotto, il bambino si addormenta di botto come dire, “non coinvolgetemi nei vostri melodrammi, per cortesia”. E’ forse il bambino che fa fatica a ciucciare e non prende abbastanza? O è la mamma una poco di buono, che trasgredisce il mantra ripetuto all’infinito in ogni corso sull’allattamento “Ogni mamma ha sempre tutto il latte necessario per il suo bambino”? Incombe la seconda eventualità, ho una faccia da tragedia e mi manca il coraggio di guardarmi allo specchio.
La puericultrice del corso pre-parto fa un salto a casa, controlla come ciuccia il bambino ed arriva alla conclusione che:
1) il pupo si attacca perfettamente e ciuccia gagliardo, ma non lo si sente deglutire quindi non c’è modo di capire quando mangia davvero (tetta preferita) o quando fa più che altro scena (tetta ‘spreferita’).
2) il pupo ha un’aria tranquilla simpatica e sana, non si direbbe che non cresce da giorni.
La visita si conclude con una pacca sulla spalla e la coscienza che il bambino fa essenzialmente quel che gli pare.
Mercoledi mattina chiamo la pediatra, che dice di insistere con la tetta se non altro finché il bambino è sereno. Nel pomeriggio il piccolo ci tira giù la casa dalla fame, ora di sera somministro la prima aggiunta – “ben” 20 g.
Nel frattempo si mobilitano le nonne (nessuna delle quali ha allattato, entrambe non avevano abbastanza latte e han tirato su i figli a suon di biberoni) con teorie varie: è il caldo, son cose che capitano, che problemi ti fai. Il bambino forse si sente un po’ a disagio così al centro dell’attenzione, mangia meno dorme di più, “Ecco sta deperendo e non ha più le forze di ciucciare!” l’ovvia conclusione. Continua il caldo torrido, mia mamma consiglia di salire in montagna da lei per godersi il fresco, in fondo il caldo sta schiacciando sia il bambino che la di lui mamma; OK, partiremo sabato nella speranza che, prima di allora, la pediatra ci visiti il bambino e ci confermi se è in fin di vita o meno. Che delirio.