Frustrazioni quotidiane: la cacca

Mia mamma mi ha prestato il classico testo di puericultura, tipo “vostro figlio da 0 a 12 mesi”, autori dell’Europa settentrionale. A leggere ‘ste cose, pare che i bambini nordici già a due mesi puoi mollarli dentro un box con dei giochi, e quelli si arrangiano fanno brigano se la cavano. Boh, a me pare che ‘sti neonati finché sono inchiodati sulla schiena hanno ben poca autonomia, e se non stai loro dietro si annoiano solennemente.
Ma non è questo il problema. Il problema è che secondo quel libro il neonato va stimolato così, e va stimolato cosà, bisogna andare incontro alla sua voglia di giocare fare brigare; tanto più mano a mano che procedono le settimane, perché se i primi tempi il neonato si limita a mangiare e dormire (e già questo presupposto centra un fico secco con mio figlio) col tempo il pupo resta sempre più sveglio e va occupato ai fini di un corretto sviluppo psico-fisico. Il tutto per riempiere di paranoie la testa della mamma, e portarla ad inquadrare il figliolo in una serie di attività coercitive ed a disperarsi qualora il suddetto pargolo non le apprezzi, o non vi dimostri le capacità previste per quella specifica settimana di vita.
Ma in fondo neanche questo è il problema. Il problema è che, secondo il suddetto libro, i pupi nelle prime settimane di vita fan fatica a cagare, poi dalla quarta in poi imparano e da allora la loro vita è una splendida discesa. Al corso pre-parto invece mi avevano insegnato che nelle prime settimane il neonato è un tubo, espelle cacca per forza di gravità e per pressione del cibo di sopra, mentre poi perde questa capacità e deve imparare a cavarsela da solo, usando ed allenando gli sfinteri; ed effettivamente è questa la realtà constatata addosso al pargolo. Ed una volta che il mio papero ha dovuto cavarsela da solo, sono iniziati i guai e nello specifico le cosiddette “colichette” = il tuo adoratissimo pupattolo si contorce e soffre spasmodicamente, e tu pirla puoi solo tenerlo in braccio di pancia e stare a guardare. Inoltre finisce che la giornata del pupo è concentrata e condizionata dalla cacca: se la sta per fare, se la dovrebbe fare ma non riesce ad espellerla, se l’ha già fatta ma ha aria residua che gli dà serio fastidio, insomma il bambino non vive o per meglio dire vive per la cacca, ed in queste condizioni come si fa a stimolarlo coi giochi e le attività previste dai brillanti libri di puericultura??? Ne deduco che in Europa del Nord i neonati cagano che è uno splendore, subito e per sempre.
L’unica àncora di salvezza, dietro consiglio di numerosi amici, è stato il sondino rettale usa e getta: indolore, efficace, salva-vita. Secondo mia mamma una tortura medievale, perché a lei dà fastidio l’idea in sé, secondo mia suocera una soluzione strepitosa – “Magari l’avessi avuto ai tempi della Michela!”. Grazie al sondino, un neonato che dormiva molto poco e che passava la giornata concentrato sui propri sfinteri ha iniziato a godersi qualche pisoletto dopo-pasto, ed a sfruttare qualche ora di veglia anche per attività di gioco e non solo per spingere ed inarcarsi per una scoreggia. Praticamente il nostro papero dorme di più ora che nelle prime settimane di vita: alla faccia della brillante puericultura nordica!