‘St’altra

Uff, che fatica essere figli! Non solo devi lasciarti accudire vestire e sfamare, e divertire tutti coi tuoi versi buffi e le tue espolorazioni, ma ti tocca pure star dietro alle sottigliezze psicologiche… Ad esempio, prendi ‘st’altra: non mi vede una sera, quando torna le faccio la sorpresa che so cavarmela da solo, e invece che festeggiare e prenotarsi due settimane di turismo in Cina per conto proprio eccola là, contenta ma preoccupata assieme – si vede che è un po’ tirata. Che palle le mamme!!! E allora io, che sono buono, la assecondo e cerco sempre le sue coccole, quando sono con lei rinuncio a camminare da solo ma resto appeso al suo dito, chiedo spesso di esser preso in braccio – e lei tracchete! mi prende subito… niente niente cucina pure con me in braccio, eh si che ormai son quasi dieci chili d’ometto, mica più un ragnino come da neonato.
Con tutto che io avrei il mio bel da fare durante il giorno: giocare con l’annaffiatoio dell’orto, far la corte al secchio in metallo di nonno, tentare di intrufolarmi nel box del cane, sgranare mollette colorate, salire e scendere scale, aprire e chiudere porte ed ante, alzare ed abbassare coperchi… mi faccio la mia vita e le mie cose finché ‘st’altra è al lavoro, poi nel pomeriggio me la trovo davanti con gli occhioni liquidi e bisognevoli, e mi tocca mollar tutto per farmi far coccole o – peggio – portarmela dietro! Non esiste un protocollo che tuteli la privacy dei pupetti? Chiederò allo schiavo barbuto di controllare in Internet.