Succede tutto contemporaneamente:
1)  inserimento al Nido: il pupo non ama venir abbandonato in mezzo alla masnada di nanetti alieni, e protesta in modo veemente. Poi l’unico giorno che quasi quasi si è pure divertito, tira su un bel febbrone e trascorre a casa i seguenti giorni dell’inserimento;
2) una cara collega agra di tutto decide di mollare, ed il di lei lavoro, visto che tanto l’operatività è un complotto dei comunisti o una posa da comunali, viene diviso fra chi resta. Tempo per il passaggio di consegne non ce n’è, visto che sono parecchio impegnata dal punto 1 e, quando riesco a lavorare, tendo a portare avanti le urgenze già di mia competenza;
3) i suoceri si prendono una settimana di ferie dopo anni che non lasciavano casa, ed ovviamente i punti 1 e 2 accadono proprio durante questa loro vacanza: quindi essendo l’inserimento al Nido semi-fallimentare, resto a casa col pupo non avendo nessun altro che me lo guarda, e non posso neanche andare a lavorare quelle poche ore.
Eccomi son io, mamtozzi la Fantozzi in gonnella.
Oggi e ieri pensavo, chiusa in casa con pupo febbricitante da consolare: quando il marito è triste si fa coccolare dalla moglie, quando il pupo è triste si fa coccolare dalla mamma, ma quando la mamma è sconsolata ed esaurita da chi cazzo va? Che il marito è sempre al lavoro ed ora che è tornato la mamma è troppo stanca per parlare; ed ormai l’età è un po’ troppo avanzata per correre a mia volta dalla mamma. Che vita grama.
Spero solo che nei prossimi giorni migliori, visto che cognata e marito si sono offerti volontari di darmi il turno col pupo per un giorno a testa – o per le ore che riusciranno a sopportare, è già qualcosa. Stamattina preferivo restare a casa con mio figlio piuttosto che andare al lavoro, ora di sera devo dire che preferisco viceversa, è dura passare un giorno chiusi in casa tu e lui sempre assieme – io e te, te ed io… tanto che ad un certo punto del pomeriggio mi ha presa per mano e mi ha accompagnata alla porta d’entrata, e ha provato ad aprirla infilando le dita fra muro e battente come dire: andiamo via!!!
Di contro, ad attendermi fuori da quella porta c’è  un ambiente di lavoro deterioratosi a livelli inimmaginabili, che certo non invoglia alla dedizione ed al sacrificio: la ditta sta morendo ad una lentezza esasperante, tipo malato terminale cui nessuno fa la cortesia di staccare l’alimentazione forzata, e non è che l’eroismo di quattro impiegati sfigati possa fermare una malattia inesorabile, tanto più quando la dirigenza se ne frega di piaghe da decubito e problemi cardiaci. Visto che al momento ho un’urgenza di vita alta 84cm o giù di lì, credo proprio che applicherò lo sprone del mio oroscopo ovvero mi ispirerò al motto: io ci provo ad essere diplomatico, solo che ogni tanto mi esce uno pterodattilo dalla bocca.