Mercoledi, sera libera della mamma che va a Taichi, e che torna a casa per le 21 a ritirare il pupo rimasto a cena dai nonni, e da questi riportato all’ovile in ora da pigiama. Babbo assente per lavoro, nonni coi cuoricini negli occhi: ah abbiamo giocato tanto, ah abbiamo riso tanto, ah che simpaticone. Mamma contempla l’occhio da triglia della creatura, e spiega ai nonni che è tutto normale: quando è stanco morto (dormito poco nel pomeriggio) e “dorme dentro”, il giovane pagliacciotto ride, ride, si sganascia con qualsiasi scusa – una faccia buffa, una mossa strana, un vago accenno di “Cucù!”; non a caso la prima risata sonora della sua vita l’ha fatta una sera ad ora pigiama, vedendo sua mamma china per terra che caricava la lavatrice. I nonni ovviamente non credono minimamente alla notizia, da tanto paghi sono della bella serata trascorsa col nipotino, e preannunciano: ah guarda com’è attivo, ‘sto qua chissà quando si addormenta. E partono.
Mamma rimasta sola con pupetto lo porta in bagno per pigiamizzarlo, giocando in modo rilassato visto che tanto la creatura sta dormendo dentro. Cambiato il pannolino, lo sto vestendo quando il tizio da steso mi agguanta la testa con le manine, porta la mia testa davanti alla sua faccia e “Pciù!”, mi dà un vero bacino sulla guancia: il mio primo bacio! Mamma sciolta, pupo ridacchia e ritenta l’avventura con baci che somigliano più a morsi, tutto contento. Poi si va a letto, un paio di librettini e, poco dopo aver spento la luce, il piccolo sviene definitivamente.
Ma nel buio corre ancora l’eco del cuore materno emozionato: putùm-putùm, putùm-putùm…

Tana dei Panda
bambini si nasce, panda si diventa

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