L’antimateria è fra noi

Depressa e stanca per il pupetto a casa malato e imbottito di antibiotico, mi ritrovo alla macchinetta del caffé con una collega, mamma a sua volta di pupi malati – è il periodo. Si parla di malumori infantili da malattia, e lei mi racconta questa scenetta: figlio sofferente e recalcitrante a vestirsi, mamma lo invoglia proponendogli la maglietta di BenTen, il pupo accetta ma poi sbotta, quando mamma arriva contenta con la maglietta desiderata:”Non voglio questa, voglio l’altra!”. “Amore, ma tu hai solo QUESTA maglietta di BenTen”, flauta mamma al suo pargoletto, e quello:”Ma io VOGLIO L’ALTRAAAAAAA!”.
La sera torno a casa, racconto l’episodio a babbo-panda e ridacchiamo assieme, ah ah che buffi i bambini, proponi loro una cosa e vogliono il contrario, anzi vogliono la NON-cosa, ecco dove si nasconde tutta l’antimateria che fa tanto penare i fisici.
La mattina dopo, a colazione, mi ritrovo a litigare col nano che prova e riprova, non ne vuole sapere di mangiarsi la sua fetta di pane tostato col miele. Avrà il naso chiuso, avrà mal di stomaco, avrà paura di vomitare, pazienza mi arrendo, se proprio non vuol mangiare che non mangi, gli darà qualcosa la nonna a merenda. Ho già tolto la bavaglia alla creatura che arriva il babbo, fresco di doccia, si prepara una fetta di pane tostato e si siede per fare colazione: ed ecco che il pupo gli si piazza in grembo, e si avventa sul QUEL toast, anche se tecnicamente parlando era identico a quello che aveva nel piatto. Ah!, ci illuminiamo io e il marito guardandoci: fame aveva fame, solo che non voleva il toast – voleva il NON-toast.
Ci metteremo un po’ per abituarci a questa contorta forma di pensiero. Anche perché, a ben vedere, da qualche mese cerco di attirarlo ogni mattina bevendo una bella tazza di NON-latte, papà ogni tanto tira pure fuori un bello NON-yogurt, ma il pupo continua imperterrito a preferire il suo tè, ed a vivere beato senza voler in alcun modo toccare i latticini.