Babbo: “Ti racconto la storia di Cristoforo Colombo?”
Elio: “No”
Babbo: “Ti racconto la storia del pirata Barbanera?”
Elio: “Cì”
Quindici uomini, quindici uomini, sulla cassa del morto…
Il pirata Barbanera era il pirata più malvagio e feroce dei Caraibi. Era alto, grosso, aveva i capelli lunghi, neri e sporchi e aveva una luuunga barba nera.Gli mancava un occhio, perso durante una rissa al bar, ed aveva una gamba di legno per una ferita ricevuta lottando con gli Inglesi.
Comandava una nave con cento uomini di equipaggio, i più terribili pirati dei mari.
Il lavoro dei pirati consisteva nel passare le giornate al bar, poi quando avvistavano una nave inglese partivano per il mare, la inseguivano, la abbordavano sparando coi cannoni, si lanciavano a bordo della nave, catturavano l’equipaggio e si impadronivano dell’oro e dei preziosi.
Grazie a questa attività il pirata Barbanera fece un sacco di soldi, ed accumulò così tanti tesori da non saper più dove metterli: scelse perciò un’isoletta poco conosciuta, da usare come nascondiglio, un’isola chiamata “Cassa del Morto” perché tutti quelli che vi avevano approdato non erano mai tornati vivi.
Il pirata Barbanera fece quindi portare tutto il suo tesoro sulla nave e partì, attraversando il mare a zig-zag per far perdere l’orientamento all’equipaggio. Quando giunse in vista della Cassa del Morto, fece caricare tre scialuppe coi suoi tesori, e su di esse partì assieme a quindici uomini. Il gruppo approdò sull’isola, esplorò la giungla finché trovò una caverna, e là il pirata dette istruzioni affinché il suo tesoro venisse seppellito. Mentre i suoi uomini scavavano il pirata tornò alla spiaggia, distrusse due scialuppe e saltò sulla terza, tornando alla nave ed abbandonando i suoi uomini a un destino di morte. Ai suoi marinai dette l’ordine di salpare subito, come se niente fosse, e nessuno osò fare domande; ma l’equipaggio aveva capito cosa era successo, e durante le lunghe notti di vedetta alcuni marinai iniziarono a cantare sottovoce un triste ritornello:
Quindici uomini, quindici uomini, sulla cassa del morto…
La carriera del pirata Barbanera durò ancora qualche anno finché un giorno, stufo di quella vita e ricco a sufficienza, finse di morire in battaglia poi riparò a Cuba sotto mentite spoglie, a godersi la vita, e di lui non si seppe più nulla.
Finché secoli dopo, due giovani esploratori dilettanti chiamati Elio e Roberto trovarono a un mercatino d’antiquariato un diario, manoscritto da un ufficiale della marina inglese. Qui si riportava del pirata Barbanera, delle sue malefatte e delle battaglie per catturarlo, nonché del suo mitico tesoro. I due, esaltati dalla scoperta, cominciarono a studiare tutto il materiale sui pirati esistente nella biblioteca locale; poi andarono a studiare i testi della biblioteca di Treviso; poi andarono a Venezia, poi a Milano e infine alla biblioteca Vaticana. Non ancora soddisfatti di quanto avevano scoperto, decisero di fare un ultimo tentativo e andarono a Londra alla Royal Navy Public Library e lì fecero la scoperta decisiva: trovarono la mappa del luogo dove il pirata Barbanera aveva nascosto la sua nave, prima di ritirarsi dall’attività lavorativa.
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