Piove, Comune ladro

Sabato mattina. Piove, anzi diluvia. “Uscire, uscire, uscire!” chiede la creatura; unica opzione è andare all’ipermercato affollatissimo, giocare con le scale mobili e fare autoscontro con le numerose famiglie dotate di creature al traino; creature che a loro volta devono aver chiesto “Uscire, uscire, uscire!”. Quando la folla inizia a dare ai nervi, si scappa: e poi?
Si mangia. Si gioca, si fa il pisolo pomeridiano. Poi fortuna che il pupo sta poco bene, tocca fargli l’aerosol due volte al giorno, sia benedetto l’aerosol ed i suoi 20 minuti di video su trattori, razzi, betoniere, su come si fa il formaggio, sulla Pimpa, su Mi Scappa la Pipì Papà, tutto quel che vuoi amore.
“Tagliare erba!”. Amore diluvia, non si può tagliare l’erba quando piove. “Trattore!”. Amore neanche i trattori lavorano con la pioggia, i campi sono fango il trattore affonderebbe. “Uscire, uscire, uscire!”. Amore leggi un libro col nonno, dai…
Fortuna che viene l’ora di cena, e poi dopo cena cambio, pigiama, mettiamo a posto il salotto, bravo ora hai vinto i tuoi 20 minuti di Ponyo, a Ponyo piace il prosciutto, rilassiamoci tutti veh.
Ok il sabato è andato, e la domenica? “Uscire, uscire, uscire!”, amore fuori diluvia anche peggio di ieri, fa un freddo fotonico – è arrivato l’inverno – disegniamo qualcosa? Dai facciamo la pizza. Ora tocca all’aerosol. Ah un bel bagnetto la mattina ci voleva proprio, e alla fine ci tagliamo pure le unghie. Merenda. Giochiamo a rincorrerci per casa? CUCU’!!!, sono qui, e tu dove scappi? Dai guardiamo dalla finestra la pioggia che scende, hai visto che fuori non passa nessuno?, con ‘sto tempo da lupi… Ora facciamo la seconda lievitazione della pizza. Hai già fame?, mangia un po’ del formaggio che ci ha lasciato il nonno. Guarda la pizza che cuoce. Mangia la pizza. Ora mamma e papà finiscono di pranzare, va bene? Amore vai a dormire col babbo? Babbo non ti incazzare, dai provo ad addormentarlo io. Amore lasciamo stare, gioca qua vicino a me finché lavo i piatti, andiamo dai nonni che c’è il gatto c’è il nonno, magari ti distrai un po’ (salvo addormentarti in auto finché andiamo).
Mentre il nonno gli fa l’aerosol, mamma guadagna la prima mezz’ora di libertà della giornata. Già perché la creatura è reduce da una settimana di tosse forte, è un po’ depresso ed assuefatto alle coccole, tende a fare la cozza (“Mamma, braccio!”). Una volta libera, mamma ha finalmente il tempo di deprimersi: al lavoro è un massacro, il pupo è impegnativo, il babbo è poco a casa per gli impegni di lavoro, non si riesce mai a parlarsi senza un nano fra noi; e per giunta quei vampiri del Nido quest’anno:
1) hanno aumentato la retta del 10%. Che tenendo conto dell’imponibile di base, non è mica poco.
2) oltre a quanto sopra, la retta te la fanno pagare sempre sempre sempre, nel senso che se il pupo sta male ti chiedono il certificato medico per riammetterlo a scuola, ma al tempo stesso NON ti riconosco alcuna riduzione per l’assenza.
Questo ‘trattamento di favore’ è riservato solo a noi che veniamo da fuori comune, nel senso che fanno pagare tutto a noi per non toccare le rette di chi ha la residenza nel comune; peccato che i nonni della creatura siano residenti in comune, ed abbiano versato una tale quantità di IMU da far impallidire Monti (per dare un’idea della cifra: alcuni concittadini hanno richiesto che la loro terra agricola diventata edificabile venga riclassificata come agricola). Insomma quando mia suocera minaccia di andare dall’assessore a lamentarsi, penso che quasi quasi vado con lei. Com’è vero: piove, Comune ladro.