“Dai che andiamo a scuola”, “No via mamma, vado a scuola col babbo!”
(durante il viaggio) “No, di là!”, “Tesoro stiamo andando a scuola, lo sai che si va di qua”, “No, voglio andare di là, apro la porta e vado via, da solo, vado in città, ciao mamma!”.
(in vista del Nido) “Andiamo dai nonni!”, “No amore lo sai che si va a scuola, i nonni vengono a prenderti dopo pranzo”, “NOOOOOOOOOOOOOOO!”, “Allora facciamo così: io parcheggio davanti a scuola, poi ti smonto dall’auto e vai dove vuoi, va bene?”
(davanti al Nido, smontati dall’auto il pupo parte in direzione opposta al cancello) “Ciao Elio io entro a scuola, tu va pure dove preferisci”. Mi avvio tranquilla senza guardare, dopo poco sento uno scalpiccio alle spalle “Nooooo mamma, viene anche Elio”.
Stamattina è andata così, mentre l’altra mattina abbiamo assistito ad un attacco di quasi-convulsioni, perché la creatura voleva farsi l’aerosolo (=restare a casa col babbo in malattia) invece che andare a scuola. Poi chiedo alle maestre come si comporta una volta a scuola, e mi sento rispondere “Ah è come neanche averlo, è sempre così indaffarato”. Lo sgnaccamaroni sgancca i maroni solo ai parenti stretti, consola.
Il babbo si incazza e sbraita, io ignoro: finora la mia strategia paga, quella del babbo peggiora le cose e diventa una sfida fra maschietti alfa. Il babbo è conscio del problema, ma convalescente com’è (il pupo gli ha passato l’ultima malattia) fatica a trovare la lucidità e la forza fisica per una reazione più meditata. La nonna, anche lei un po’ stufa di tutti ‘sti capricci, ammette però che siamo a fine inverno, è da un pezzo che il pupo non si gode i suoi lunghi pomeriggi in orto – carriola tagliaerba pala e rastrello – perciò in fondo è comprensibile, dobbiamo solo tener duro un altro mesetto scarso.
E i pupi che non sono orto-dotati, son così tutto l’anno? 🙁

Tana dei Panda
bambini si nasce, panda si diventa

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