Devo sempre fare tutto io

panda bikerUn giorno qualcuno dovrà spiegarmi a cosa servono i genitori.
E’ praticamente da un anno che si ingegnano per farmi andare sulla bici a pedali, e a farmi abbandonare la mia adorata bici senza pedali, compagna di una vita. Prima ci hanno provato con l’antica biciclettina di una cugina lontana (mai conosciuta): il babbo ha gonfiato le ruote, la mamma l’ha portata dal biciclettaro a regolare il freno, poi si aspettavano che ci saltassi sopra e partissi. Mai degnata di uno sguardo.
Quindi si son fatti prestare dal vicino (parliamo dell’estate scorsa!) una bici propedeutica: niente freni, ma pedali che vanno sia avanti che indietro. Me l’hanno proposta ogni santo weekend e ogni tanto, tipo una volta ogni tre mesi, l’ho pure usata per dieci minuti consecutivi, loro dietro a tenermi mentre io provavo a pedalare e a non schiantarmi. Cosa non si fa per far contenti i vecchi. Solo che nel frattempo sono cresciuto, pedalando su quella bici mi trovavo le ginocchia sotto al mento e con la Primavera non ho più voluto saperne.
Finché ieri pomeriggio, giornata dal tempo così così, una di quelle domeniche da grattarsi la pancia tutto il giorno, abbiam suonato alla porta di fronte e mi son portato Diletta in cortile, perché non c’erano Bambine da basso e non avevo voglia di giocare da solo. Mamma si è eclissata con la scusa di un po’ di spesa. Non so neanche come sono finito a cavallo della bici cuginesca, fatto sta che sono partito e sono andato. Babbo aveva i lucciconi agli occhi e mi faceva i video col cellulare. Poi è arrivata mamma, anche lei con una faccia da caramella gommosa: “Amore sei bravissimo, posso darti un bacione?”. “Dopo!” le ho ingiunto mentre sfrecciavo sul mio mezzo da una parte all’altra del cortile. Intanto Diletta cercava di capire il proprio equilibrio con la mia bici senza pedali, povera, lei ancora incatenata alla bici con le rotelle.
E’ una bici bassina, quindi sono ancora comodo a frenare coi piedi. Questa cosa di frenare con le mani la trovo un po’ astrusa, ma mi farò. Nel frattempo mamma si comporta come se avessi resuscitato Lazzaro, è tutta uno zucchero, e credo abbia avvisato anche gli alieni che suo figlio ha imparato ad andare sulla bici coi pedali. E come gran finale, questo pomeriggio io e il nonno abbiamo fatto un blitz a un negozio sportivo, e mi sono scelto una bici tutta mia nuova fiammante, sportiva, una di quelle da bambino grande – anche se ha le rotelle, ma mi sento più sicuro con le rotelle a cavallo di un mezzo così alto. Stasera ho voluto a tutti i costi portarla a casa, nel senso che volevo portarmela IN casa ma poi mamma mi ha convinto a lasciarla in garage. L’ho già detto che è una bici sportiva? La bici di mamma non è così bella, e neanche quella di papà. Domani sera quando rientriamo voglio farci un giro, sulla mia bici sportiva.
Insomma sull’utilità dei nonni non c’è da dubitare, ma a cosa servano i genitori non l’ho ancora capito: io a pedalare ho imparato da solo.