Come siamo arrivati a questo punto? Da quando è iniziata la scuola, il mondo come lo conoscevamo ci è crollato addosso, nulla è più lo stesso. La mattina tutto può diventare una mina-antiuomo: i video da guardare mentre si fa l’aerosol, cosa mangiare o non mangiare a colazione, quale dolcetto mangiare dopo colazione, lavarsi i denti, mettersi i calzini, mettersi le scarpe. L’unica cosa che va liscia è il vestirsi appena alzato, forse perché lo vesto io per non perdere tempo. E poi le cene saltate, e i ricatti nel w-end dove un momento prima sei con un pupetto simpatico, e un attimo dopo il pupetto è diventato una belva che sbava desideri assurdi per il solo gusto di dare fastidio, di sentirsi dire “no” e di incornarti con quella scusa. Un amico maestro alle elementari dice che prima di Natale non si abituano; ma chi ci arriva vivo a Natale, di questo passo?
Il nano continua a protestare che vuole tornare alla scuola materna. D’altra parte l’inizio è stato davvero tosto: scrittura in maiuscolo e minuscolo – lui fa ancora fatica a tenere la matita in mano, quando scrive in minuscolo si imbufalisce e c’è da capirlo – e a conclusione delle vocali il primo dettato. La maestra di matematica per fortuna lavora più lentamente, per i primi tempi sta lasciando alla collega di italiano il ruolo di poliziotto cattivo. E poi scuola che vai cucina che trovi; per quanto l’azienda che cura i pasti per le elementari sia la stessa che li curava per la materna, cambia comunque la mano del cuoco e le prime settimane il pupo sta mangiando malvolentieri e fatica a digerire.
Anche la sveglia alle 6:30 per poter uscire di casa alle 7:30 di certo gli dà fastidio, rispetto ai vecchi ritmi ‘arrivo quando arrivo’ tipici delle scuola materna. Una volta ero io che gli mettevo fretta per prepararsi e uscire, ero io che avevo bisogno di timbrare in orario; ora è lui quello che ‘timbra’ prima di tutti e io arrivo al lavoro in anticipo, pure col tempo di prendere un panino fresco ogni mattina per la merenda del giorno dopo.
Nel frattempo i nonni sono in super-agitazione. Il secondo giorno di scuola avevo già litigato con mia suocera perché voleva che mandassi il bambino a ripetizioni di italiano; “non deve sfigurare di fronte agli altri”, la sua motivazione. Io stessa mi altero parecchio nel w-end quando è ora di un breve ripasso, mentre suo papà tuona insulti e maledizioni tipo moralista medievale tipo stolti !, meritate di bruciare e soffrire tra le fiamme dell’Inferno !, sarete per sempre dei buoni-a-nulla!
Siamo tutti impazziti. Ma forse è questo che ci salva: non ho le forze fisiche di strangolare tutti, quindi tiro avanti a testa bassa e cerco di non pensare. Che Natale arrivi presto!

Tana dei Panda
bambini si nasce, panda si diventa

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