Esausti ma felici

Infine, la vita sociale. Carica tutti in auto – anche il marito, che sbuffa rumorosamente da quando s’è svegliato – parti, guida e arriva a destinazione in luogo rigorosamente inter regionale. E là, dopo mesi, rivedi genitori, fratello e rispettiva famiglia. Il pupo non sta nella pelle per rivedere il cugino, e appena può si infratta con lui per giocare a Minecraft Dungeon (premio di papà a lui e a sé stesso, per essere arrivati vivi in fondo alla reclusione). Tu e il marito invece vi aggirate smarriti in casa altrui, vi sentite un po’ nudi per l’assenza di mascherina e anche un po’ inermi – com’è che si faceva a fare conversazione? Per fortuna si fa all’italiana, cibo e vino sciolgono presto le lingue e ci si scopre tutti rilassati e contenti di potersi rivedere.
E pazienza se la sera, rientrati a casa, ci si sente esausti come dopo un viaggio in diligenza durato un giorno; resta il fatto che è stato bello rivedersi, e che eravamo davvero, tutti rilassati. Dopo mesi trascorsi in casa assieme, a cucinare a vedere film a leggere, anche se abbiamo tele-lavorato tutto il tempo comunque non c’erano il calcio, il catechismo, il mio taichi, gli amici, gli impegni extra, le spese varie; idem per mia nuora, e la differenza s’è vista. Per qualche mese abbiamo tutti vissuto con ritmi più umani, e di conseguenza lo siamo diventati, più umani, cioè meno isterici e stanchi e ossessionati dagli impegni. Ma perché deve arrivare un Coronavirus e mettere in ginocchio l’economia mondiale, per poter condurre una vita più umana? Se non fosse che il pupo pagherà per tutta la vita i mesi di scuola perduti, quasi quasi ci metterei la firma.