Se son rose, fioriranno

Un piccolo riepilogo delle vacanze di Ferragosto.
All’alba appena partiti, il pupo compone il motivetto che sarà il tormentone dell’estate: noia-palle, palle-noiaaaaaa… Per fortuna il babbo della creatura è già pronto, apre Audible e fa partire i libri di Johnny Rosso, la serie dedicata agli zombie: plot pretestuosi sostenuti da buona scrittura, e ottima lettura. Il pupo si placa e il viaggio neanche lo sentiamo.
Stavolta al mare portiamo il gommone gonfiabile. Immersi per ore nell’acqua cristallina – par di stare in Grecia – mai troppo fredda né troppo calda, il gommone usato nel verso dritto o in quello rovescio diventa: taxi acquatico per gite lungo la riva (“Mamma, mi porti un drinckino?”), rifugio per il riposo fetale, materassino per prendere il sole, tavola da surf da cavalcare in piedi, piattaforma per i tuffi. Perfino papà che normalmente è terrorizzato dall’acqua, sta immerso fino al collo e gioca assieme a noi: tenere il gommone lo rassicura, il colore dell’acqua e del paesaggio nell’entroterra lo incanta.
Quando non passiamo la giornata al mare, facciamo le consuete gite nei dintorni. Le visite sono accompagnate dal solito canto “Noia-palle, palle-noiaaaaaa…”, e da richieste assillanti tipo “Quando torniamo a casa?”, “Adesso possiamo tornare?”. Neanche una antica fortezza militare lo smuove da quest’anda da dodicenne videodipendente e indifferente a tutto. Poi appena rientriamo, la maestra Lidia gli fa scrivere un tema sulle vacanze ed ecco che vengono fuori i nomi e le caratteristiche di tutto quanto visitato – ricorda tutto, il nano malefico!
Durante le ferie portiamo avanti un po’ di compiti di scuola: qualche capriccio c’è ancora, ma in generale la creatura è molto più collaborativa di una volta, e la scrittura è totalmente cambiata. Ovvio che non potrà mai scrivere in modo ordinato o gradevole, ma almeno adesso lo stampatello è comprensibile, l’impugnatura della matita è stata stravolta ed oltre ad avere più controllo e mobilità del polso, ora il bambino vede quello che scrive e quindi si auto-corregge quando fa errori di ortografia. Santa maestra Lidia!
Appena torniamo riprende il lavoro con la maestra Lidia, che vuole approfittare di queste ultime settimane libere prima dell’inizio della scuola. I due lavorano sia sull’ortografia che sul metodo del riassunto, quanto sulla ginnastica – in piedi, sulle scale, su un tappeto di casa. “Vede signora, prima ancora di imparare a leggere e a scrivere, per un bambino è fondamentale imparare a conoscere il proprio corpo. Solo un bambino sicuro del proprio corpo potrà trovare la forza di superare qualsiasi problema incontrerà nella vita”. Qualsiasi cosa lei proponga, il pupo esegue senza fiatare – mai un “Sono stanco” o “Mi fa male qua”, e le lezioni durano due ore! A questo punto non me ne frega più niente dell’inizio della scuola e dei futuri risultati scolastici: quello che il pupo sta imparando con la maestra Lidia, va ben oltre qualsiasi cosa la scuola potrà mai insegnargli.