La mia pancia sa tutto e mi capisce.
L’estate è trascorsa un po’ tesa per gli sviluppi di mia mamma: strani gnocchi sotto-pelle in vari punti del corpo, e il sospetto che il melanoma avesse iniziato a diffondersi.
Poi tocca alla moglie, con la sua avventura ospedaliera. Settimane coi suoceri piazzati in casa, è stato impegnativo ma hanno dato una gran mano – ma è stato impegnativo!
Ora che la moglie rientra la lavoro, mia mamma è ormai notevolmente peggiorata. I medici la tirano storna, non c’è un giorno che non abbia un controllo un esame una visita una spesa in farmacia, i miei girano come birilli fra Vicenza Schio e Padova anche quando, ormai, mamma è a malapena in grado di salire e scendere dall’auto. Mia sorella riesce a starle dietro di giorno, io subentro la sera – passo sempre da loro dopo lavoro, per fare da backup e ordinare i pensieri di tutti; non è colpa mia se quando passo la porta tutti si rilassano, mettono da parte l’emotività e si sforzano di ragionare.
Poi, è andata come andata. Gli oncologi hanno smesso le loro terapie e controlli ed esami solo quando noi figli abbiamo chiesto l’assistenza domiciliare – una specie di “tana libera-tutti”. Forse il protocollo medico prevede di continuare a ‘curare’ un corpo – o simulare di farlo – finché non è il proprietario del suddetto corpo ad alzare la bandiera bianca; senza quell’ultimo atto di volontà, anche se il corpo striscia e vomita e soffre l’obbligo del medico è quello di fare ‘qualcosa’, di dare unicamente prospettive di vita. E’ stato un incubo, vedere mamma che soffriva a quel modo e ancora sperava di guarire. Alla fine se ne è andata velocemente, senza quasi rendersene conto: era appena arrivato il letto per la degenza domiciliare, e la badante per le notti non ha mai iniziato il servizio.
A quel punto mi sono dedicato a padre e sorella. Io il figlio serio e posato che porta calma e razionalità, ho continuato a passare la porta ogni sera dopo lavoro; solo che ormai prima entrava la pancia, poi dopo un po’ arrivavo anch’io. Perché quando per settimane rientri a casa tua la sera tardi, così stanco da non trovare parole per descriverlo, vedi moglie e figlio di sfuggita e mangi una cena riscaldata, a quel punto per non pensare o ti lasci distrarre da un filmetto qualsiasi trovato su Netflix / Amazon Prime, o ti immergi in tutte le serie di Star Trek, tutte le serie di West Wing, tutti gli episodi possibili e immaginabili ispirati a Maigret o Poirot o Miss Marple, e ti vanno bene perfino le produzioni francesi. E mentre occhi e orecchie si pascono di tali spettacoli, la pancia si pasce di tutto il resto – dispensa, a noi due!
Con tutto che quest’estate la dottoressa aveva detto: mi rifiuto di darti la medicina per la pressione, così giovane; prima devi dimagrire!
Ma ormai il più è alle spalle, e ho deciso: da lunedì, dieta.
La pancia lo sa
