E così, dopo le malattie invernali i mesi estivi le ferie al mare, arriva anche la fine di questo primo anno scolastico. Festina al Nido, premiazioni patatine un casino generale che sembra di stare a Woodstock solo senza la musica. Il regalo di fine anno è una foto della classe, che nei giorni successivi il pupo vuole vedere spesso: indica uno, “Questo è Giovanni” spiega la mamma, indica un’altra, “Questa è Graziella”, poi indica una compagna e si arrangia:”Tara, Tara!”, si amore questa è Sara.
I nomi dei suoi compagni di classe li ho imparati dal primo giorno, con tutto che per imparare i nomi propri di solito impiego una vita – devo parlarci e capire chi è quella persona, altrimenti non c’è verso che io memorizzi alcunché, per quanto mi sforzi; come se avessi bisogno di un contenuto definito cui associare un suono/nome proprio – un po’ come in cinese, non riesco a memorizzare una parola nuova se non vedo come si scrive il carattere, malgrado carattere e suono siano perfettamente svincolati. Ma allora perché coi bambini il problema non si presenta, sento il nome una volta e l’ho già imparato? Forse perché i nani son cristallini, e capisci subito di che pasta son fatti?
Mi torna in mente come un anno fa, quando a fine Luglio avevamo trascorso un paio d’ore al Nido tutti assieme – futuri compagni di classe e relative mamme – e nessuno si conosceva, il pupo aveva incrociato la strada di alcuni bambini, avevamo imparato il nome di quei bambini e ne avevamo conosciuto le mamme. Poi fatalità – ma davvero è una fatalità? – ora di fine anno scolastico quei bambini si sono rivelati i preferiti di Elio (gli altri li mena). E’ la chimica dei nanetti, evidentemente un anno fa si erano già scelti.
Fra l’altro i suoi bambini preferiti sono anche i miei preferiti, il piccolo ha buon gusto!
Beh speriamo che anche l’anno prossimo vada bene, il papero finirà in una classe molto più grande – tre maestre! – con pochi reduci dalla sua classe attuale, perché il grosso andrà in materna. Per fortuna sarà più grande ed esperto rispetto all’anno passato; speriamo solo che la pianti di menare, ultimamente fra sberle e morsi – quando ha le lune – è davvero un piccolo tiranno.

Tana dei Panda
bambini si nasce, panda si diventa

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