Poi un giorno torni a valle, riprendi il lavoro e sembra tutto un po’ irreale: la calura, gli orari un po’ elastici, le strade vuote, il cervello che un po’ è ripartito ma un po’ anche no, zanzare grosse come aquiloni e il fiume secco e verde dalle alghe, col greto affollato di aironi bianchi fra i quali spicca un airone cinerino alto come me (beh non ci vuol molto), che sembra là a guardia del branco e se ti avvicini gracchia di disappunto, plana via piccato e si piazza su un ramo alto poco più avanti, tipo avvoltoio dalle zampe lunghe.
Nel frattempo il marito traffica fra arretrati di Rat-man e la Wii (è ancora in fase compensatoria, vedremo quanto ci metterà a tornare ai normali livelli di esaurimento), mentre il pupo ha finalmente e davvero iniziato le sue ferie: nonni, libertà, tagliaerba, gatto cane orto pala, erba tagliare tutto, Elio taglia erba, erba alta, trattore… e soprattutto, nessun nano malefico che gli ruba i giochi! Qua è tutto suo – nonni inclusi – e può infine godersi qualche settimana di viziaggio spinto, per riprendere le forze e prepararsi al secondo anno di Nido, che in fondo mancano solo due settimane.
Nel frattempo sto ancora sudando con due lavatrici al giorno (sempre sia lodato chi inventò la lavatrice, in montagna ci siamo dovuti portare proprio tutto), e un armadio che esplode di roba da stirare. Con ‘sto caldo! In questi frangenti non è neanche male essere sotto ammortizzazione sociale, cioè avere un orario da sei ore e quaranta minuti al giorno e poterlo rispettare (in tempi normali abbondano invece permanenze e prolungamenti ufficiosi); un po’ di tempo in più infatti aiuta a far mente locale, per ricordarsi chi siamo e come si fa a vivere coi ritmi della normalità schiavesca.
Bisogna poi riabituarsi a non avere più il nano attorno tutto il giorno, e vederlo solo mattina e sera. Perché resta ancora un essere adorabile, morbidino, profumato, poi adesso che chiacchiera e impara come una spugna è un vero giocattolo. Insomma non è mica male poter stare tutto il giorno con la creatura, ed in queste settimane ce la siamo proprio goduta – suo papà a volte pareva la sua guardia del corpo, la sua ombra…
Ieri sera di punto in bianco, dopo la doccia, il pupo ha simulato le ferie appena trascorse, o per meglio dire la sua parte preferita – l’ascensore: ora a che piano si va?, “Zero” (il pupo preme pulsante immaginario sulla piastrella e fa tutti rumori ed i movimenti da ascensore), e cosa facciamo?, “Mangiare”, e poi a che piano andiamo?, “Uno” (e via di nuovo la scenetta dell’ascensore), e cosa facciamo?, “Dormire”, e avanti così. Durante le ferie oltre a molti verbi abbiamo imparato anche a prenderci in giro, lui chiama “Mamma!” tutto mieloso e con la faccetta angelica, ed io gli rispondo un “Elioooo” flautatissimo, con la bocca a cuore – e sghignazziamo. Ma come faremo a stare lontani da uno spasso così???