E’ quasi estate, la sera i bambini si incontrano nel cortile condominiale, arriva anche qualche bambino dai condomini vicini o qualche amico di; io sono uno di loro. Il grosso sono femmine, età elementare: per me sono Le Bambine. Per Le Bambine divento più ragionevole e ridimensiono i capricci. Per Le Bambine sono disposto ad andarmene anzitempo da casa dei nonni; metti che non ho neanche finito di falciare il prato, ma pazienza finirò domani, ciao nonno vado, Le Bambine mi aspettano. Per Le Bambine accetto l’idea che si può almeno provare, dico provare, a smettere di succhiarmi il dito. Mi basta poterle vedere, e sono felice.
Le Bambine hanno un maschio alfa, Elena, ed io le ho giurato fedeltà eterna. E’ lei che organizza i giochi, raccoglie confidenze, ed i suoi bronci o i suoi sorrisi possono cambiare l’umore della serata. Anche le altre bambine sono simpatiche, mi coccolano, a volte ci sono anche bambini maschi e allora gioco con Mattia, ma vuoi mettere con Elena? Io ci tengo alle figure di autorità.
Da quando gioco con Le Bambine ho capito che vorrei tanto un fratello, possibilmente maggiore. Ho chiesto a mamma se me ne fa uno, ma si è messa a lavare i piatti. Quando ho esposto al babbo la medesima richiesta, ha borbottato “Prova a guardare su eBay” poi si è chiuso in bagno a fare la cacca. Anche per questo mi sono giurato ad Elena. Diletta istigata dalle altre Bambine, una sera mentre tentavo di arrivare con la mano ai lamponi del vicino mi ha pure dato un bacio. Ha un anno più di me, è avventurosa e simpatica ma va bene per un’avventura estiva, niente più, non c’è paragone con Elena.
In realtà non sempre gioco con Le Bambine. A volte queste giocano fra loro, e allora io gironzolo, orbito, parlo da solo, cerco di attirarne l’attenzione; che in fondo a me basta esserci, tanto lo so che prima o poi Elena o Claudia o Brunilde o Ylenia una parola me la diranno, oppure scendono Mattia o Diletta e allora gioco con loro, più affini a me per età e intelletto. Davvero a volte mi basta un saluto; come quel pomeriggio che il cortile era deserto, io m’ostinavo a star giù nella speranza che scendesse qualcuno, e quando Brunilde dal cortile vicino mi ha salutato – ciao Elio! – io invece di andarle incontro son partito a razzo nella direzione opposta grufolando di felicità, e così ho continuato avanti e indietro per un pezzo (nel frattempo Brunilde se n’è andata).
A tutta questa intensa vita sociale assiste mamma, che insiste a non volermi lasciare giù da solo perché sono ancora troppo piccolo; di solito si piazza su una panchina e tira fuori un libro, o chiama il babbo col cellulare, e per fortuna non s’intromette in quasi nulla, si limita ad alzare la testa se un’auto di vicini attraversa il cortile o se corro sul retro della palazzina, nascosto alla sua visuale. L’ultima volta che mamma ci metteva troppo a prepararsi per scendere, il libro da leggere glielo ho trovato io – purché si sbrigasse! Comunque le sono grato che mi lascia stare con Le Bambine; anche le sere che è stanca morta, anche se ha fame e deve ancora preparare cena, anche quando avrebbe l’armadio pieno di roba da stirare o vorrebbe tradurre le sue cose. Perciò cerco di venirle incontro su tutto il resto, di comportarmi come un bambino grande e di fare l’ometto di casa. Già, sto diventando conciliante e collaborativo; o per meglio dire, non so proprio resistere alla promessa “se fai X poi ti lascio scendere dalLe Bambine”!

Tana dei Panda
bambini si nasce, panda si diventa

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