Agosto pupo mio non ti conosco

un pesce di nome pandaUff, qua se non scrivo io il blog langue! Mamma e papà son sempre svenuti di stanchezza per colpa del lavoro. ‘Sto lavoro, e che mai sarà?
Comunque, veniamo a noi. E’ il mio primo anno di scuola da grandi, ed è la mia prima vera vacanza: mamma, cosa vuol dire ‘vacanza’? Ormai un po’ l’ho capito: son due mesi e mezzo senza la scuola e specialmente senza le maestre, che con la loro mera presenza mi costringono ad essere simpatico, collaborativo, ordinato, ed autonomo nel vestire. La parola ‘vacanza’ invece comporta che io possa essere arbitrario, volubile, disordinato e servitoriverito.
Papà, che vuol dire ‘due mesi e mezzo’? Quante puntate di Peppa Pig fanno? Quanti giri in bicicletta? Certo più di sei; forse diciotto (non so quant’è ma suona bene, suona TANTE).
Quindi ecco la cronaca della prima vacanza della mia vita. Son figlio di un informatico quindi non mi vergogno di usare i punti-elenco:
– centro estivo: tipo la scuola, ma molto più svacco. Prima settimana: mi diverto, rischio l’insolazione, il venerdi sera sono così stanco che faccio una scenata madre a tutta la famiglia (nonni inclusi), sembro posseduto. Forse si stanca troppo, concludono gli adulti. Seconda settimana: ci sono anche Marco e Mirco, i miei migliori amici, e vorrei che ogni giorno non finisse mai; a fine settimana sono un fiore, felice per giunta. Terza settimana: dove sono finiti Marco e Mirco? Se non ci sono loro, io che ci faccio qui? Odio tutti. Mammamalvagia perché mi abbandoni qui ogni mattina?, mi ti aggrappo alla gamba così capisci che mi stai spezzando il cuore. O Marco e Mirco, o morte.
– settimana di ferie all’hotel chez le nonnò:  faccio quel che mi pare, a volte arriva pure la zia ad intrattenermi. Dicono che è estate, ma  qua fa caldo ad ore alterne, piove pure ma che importa: io e il nonno siamo due lavoratori di buona volontà, qualcosa da fare la troviamo sempre. La nonna è troppo presa col suo lavoro per accorgersi di me, ALEEEEE’!
– settimana al mare con mamma e papà, nell’hotel dove vado da una vita: tempo cacca ma pazienza, basta non piova e posso unirmi alle masnade internazionali di pupi che si accalcano sulle giostrine in spiaggia; oppure giro in bici, nel seggiolino – che mica voglio far fatica. I pomeriggi la sfanghiamo di più, tutti al mare. Poi giovedi – che bella sorpresa! – arriva Gaia, mia compagna di classe dal Nido nonché amica (che io mica faccio amicizia con cani e porci, sono un selettivo); nello stesso hotel, sulla stessa spiaggia, ficoooooooooooooooo! I nostri genitori non ci vedono più, io e Gaia le combiniamo per giorni, son pure belle giornate e imparo da lei a nuotare nell’acqua alta da solo, io e il salvagente. Peccato che domenica io me ne debba andare; ma l’anno prossimo voglio una settimana intera con la mia amica Gaia. VOGLIO!
– rientro: qualche giorno col nonno, poi parto da solo coi nonni di Belluno per piazzarmi da loro. Io, da solo, con loro. Mamma e papà a casa, io non a casa. Suona tutto un po’ strano, quindi nel dubbio faccio il soldatino e-du-ca-tis-si-mo: carino simpatico obbediente, unò-due unò-due. Ogni tanto mi viene nostalgia di mamma e di casa, ma i nonni mi distraggono e per educazione mi lascio distrarre, hai mai visto che ci restano male se mi manca troppo mammina (piccolina puzzolina).
– anche mamma e papà vengono a Belluno! Settimana di festa, e riposo, e cazzeggio. Tempo ballerino quando non freddo; eppure un bagnetto nel Lago di Santa Croce l’avrei fatto lo stesso. Nei pomeriggi caldini salgo a giocare in Nevegal, con o senza l’adorato cugino grande (Oh cugino cugino / perché non vivi più vicino?), e imparo pure ad andare da solo sulla carrucola. Potrei anche imparare ad arrampicarmi sulle bizzarre giostrine al nuovo Parco del Piave, ma si fa troppa fatica preferisco sedermi sull’argine e guardare l’acqua (tanta, e torbida) che scorre.
– casa, infine: come mi è mancato il mio decespugliatore (anche chiamato ‘il palo’, che definizione prosaica). Come mi sono mancati i miei libri di Scarry. Che bello essere a casa mia e non dover più simulare simpatia ed adorabilità. Che bello tornare al MIO bar. La vacanza durerà ancora alcune settimane (mi dicono che tornerò al mare), ma comincio quasi ad essere un po’ stufo. Vorrei un po’ di routine, e i miei amici di scuola (se non altro quelli simpatici).