“Cara Maestra, sono al mare e non voglio tornare a scuola. Mai mai più”. Questa la letterina scritta per gioco dal pupo durante l’estate; ma allora la scuola era in secondo piano, tutto era solo vacanza. Poi, la settimana prima della scuola c’è stata la sagra del paese con le giostre, dove Marco e Mirco l’han trascinato sul calcinculo per bimbi, e lui essendo in loro compagnia non ha battuto ciglio; figuriamoci se pensava alla scuola.
Infine, durante il weekend precedente al fatidico 15 Settembre lui ci ha spiegato che non voleva tornare a scuola, e noi gli abbiam spiegato che ci sarebbe andato lo stesso. Per festeggiare la fine delle ferie domenica abbiam trovato una sagra coi gonfiabili, si è stancato per bene e fatta la giornata.
Lunedi mattina durante colazione, lui sempre civilissimo spiega che non vuole tornare a scuola. Durante il viaggio in macchina ribadisce a più riprese il concetto. Arriviamo, parcheggio e quello “Io non scendo”; ma poi scende civilmente. Ha pure accettato di restare a scuola, malgrado la scoperta che hanno cambiato aula e bagni e tutto.
“Ora di giovedi mi uccide”, pensavo, e invece è iniziato tutto martedi verso le 6, quando mi sono alzata; quelle classiche crisi che tutto è un problema, a prescindere. Avevo duemila mestieri piantati per casa, a un certo punto l’ho ignorato e sono andata a farli, il che l’ha calmato un po’. L’anno prossimo col fischio che permetto a suo padre di star via per lavoro dal lunedi al mercoledi, proprio la settimana che inizia la scuola; se il bambino sbrocca voglio essere in due, e poi se c’è il babbo per casa secondo me il pupo sbrocca meno. Non avendo altre risorse gli ho cacciato in mano una boccetta di fermenti lattici, non c’è niente di meglio per placare gli animi e far ragionare la mente. Poi a scuola, tutti civili a quel punto – Marco e Mirco santi subito!
Mercoledi l’ho dovuto prendere in braccio ancora prima di arrivare ai cancelli; non voleva mollarmi, e blandisci e bacia e abbraccia, alla fine è rimasto con Marco e Mirco. Giovedi ancora più appiccicoso, poi stamattina una sanguisuga (in maglietta gialla, perché Mirco era vestito di giallo il giorno prima).
Almeno non piange non si dimena non scalcia. Quest’anno è di una civiltà squisita, e non ha fatto scenate da mulo-che-non-si-schioda, né a casa né fuori da scuola. Per quanto durerà?

Tana dei Panda
bambini si nasce, panda si diventa

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