E’ iniziata per caso. Ormai dormo via da casa almeno un paio di sere alla settimana, e quelle sere mi sento col pupo via iPad, dal mio al suo (ho avuto DAVVERO bisogno di comprarmi un iPad nuovo, per poterne lasciare uno a lui). Siccome fra stanchezza di entrambi, effetto lontananza e mamma assente (in giro per casa a fare mestieri) a volte io e lui non sappiamo bene cosa dirci, oppure siccome continuavo a fargli la domanda idiota “Cosa hai fatto oggi a scuola?” alla quale nessun bambino risponderebbe neanche sotto tortura, alla fine ha iniziato lui a fare a me la domanda idiota, e io ho iniziato a rispondere.
“Cosa hai fatto oggi a scuola?”.
Stamattina ero in ufficio quando si è alzato un forte vento. Guardo le previsioni del tempo, e scopro che c’è una tempesta marina in arrivo, un imbuto di vento e acqua che rischia di distruggere la città. Allora spalanco le finestre dell’ufficio, e sventolando molto velocemente alcuni faldoni riesco a farla deviare verso una zona dove non ci sono case. Per un pelo! Poi stavo tornando al mio lavoro quando sento un suono strano. “Ohibò!” mi dico, e corro giù da basso. Arrivo al portone e da là cosa vedo? Laggiù nell’oceano c’è un’onda anomala, uno tsunami che sta per risalire un fiume indiano e rischia di abbattere tutto al suo passaggio. Allora soffio, e soffio, e soffio ancora finché non riesco a frenare l’onda e a salvare tutti. A questo punto sono andato al bar a farmi un caffè, perché ero un po’ stanco.
Lui ridacchia, poi torna alla carica: “Cosa hai fatto oggi a scuola?”.
Stavo camminando trascinandomi dietro la valigia, quando questa fa un balzello come se avessi preso un dosso. Non ricordavo dossi in quel punto della strada, quindi mi volto e vedo che sull’asfalto è cresciuta come una protuberanza, una specie di piccola pancia dall’aspetto curioso, che puzza di zolfo. Provo a toccarla e OUCH!, scotta! Allora guardo sul sito nazionale per il monitoraggio sismico, e scopro che negli ultimi tempi in zona ci sono state molte piccole scosse, ma gli scienziati non si spiegano il perché. Ma l’ho trovato io il motivo delle scosse: in quel punto sta per nascere un vulcano! In mezzo alla città, ma ci pensi che pericolo? Non c’era un attimo da perdere: ho aperto la valigia là in mezzo al marciapiede, ho tirato fuori i miei calzini sporchi e con quelli ho tappato la bocca del vulcano neonato. Piano piano il dosso si è sgonfiato, poi il giorno dopo ho sentito che l’Etna aveva eruttato: credo di aver bloccato un canale di sfogo, la lava è tornata indietro e la città è salva. Per cui sabato dovrai accompagnarmi in negozio, mi servono calzini nuovi.
Non soddisfatto quello insiste: “L’ultima, l’ultima! Cosa hai fatto oggi?”.
Stasera dopo cena sono rientrato in stanza, e mentre aspettavo la vostra chiamata sento un PLOP! Sarà il vicino che ha fatto cacca, penso, ma dopo un po’ sento di nuovo PLOP PLOP! E poi ancora PLOP PLOP PLOP!, sempre più fitto. Spalanco la finestra e ho conferma del mio sospetto: una delle navi da crociera attraccate al porto sta scaricando in mare la cacca dei turisti. Non si fa! Allora esco, ed agile come un gatto mi arrampico lungo la fiancata della nave incriminata, e raggiungo la cabina del Capitano. Gli dico: Capitano, ti ho scoperto, basta inquinare le acque cittadine! Ma il Capitano è sinceramente sorpreso, non gli risulta nulla di simile. Allora andiamo assieme in perlustrazione, e vediamo alcuni brutti ceffi, ma davvero brutti, che stanno scaricando in mare la cacca. Sono un gruppo terrorista che vuole ricattare la città: se non verranno chiuse tutte le scuole, il porto verrà invaso dalla cacca. Mentre il Capitano corre a chiamare la polizia mi lancio avanti e PAM!, ne stendo uno con un pugno, e SDENG!, ne prendo un altro con un calcio, e poi POF! ne tramortisco due con un colpo di pancia. Insomma faccio piazza pulita, tanto che quando arriva la polizia ho già finito, e sono già rientrato di tutta fretta in albergo perché dovevo chiamarti, poi viene tardi. Anzi ora che ci guardo è già tardi, ora di dormire! Buonanotte cucciolo.

Tana dei Panda
bambini si nasce, panda si diventa

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